domenica 11 maggio 2014

La Famiglia in Europa: un bene prezioso

“La famiglia è la ricchezza d’Europa”: così recita il motto della Federazione europea delle Associazioni Familiari Cattoliche (FAFCE), la più grande organizzazione impegnata nella difesa della “famiglia” in Europa.
Ma perché la famiglia ha bisogno di essere difesa in Europa? La Convenzione europea dei diritti dell’uomo, documento di capitale importanza e di riferimento per tutte le corti del nostro continente, afferma chiaramente: “A partire dall’età minima per contrarre matrimonio, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto” (Art. 12, Diritto al matrimonio). Eppure, gli attacchi a questa concezione basilare della famiglia si fanno sempre più numerosi e persistenti. Essi si sviluppano su due livelli: uno è culturale, ed ha le sue radici profonde in varie ideologie. L’altro è invece giuridico: esso è più recente ed ha effetti più immediati. Usando una metafora possiamo dire che gli attacchi culturali corrispondono a dei veleni che agiscono lentamente, avvelenando l’acqua per uccidere i pesci. Al contrario gli attacchi giuridici sono più rapidi e puntano ad uccidere direttamente i pesci. Mettiamo al posto dell’acqua la società e al posto dei pesci la famiglia e tutto è più chiaro: è in atto un attacco su più fronti che impone uno stato di allerta costante. Per giunta, bisogna dire che la politica rappresenta un livello trasversale, che nasce dal culturale ed incide sul giuridico: se pensiamo alla desolazione che tanto spesso la vita politica porta negli animi di buona volontà del nostro continente e lo stato attuale di sfiducia, possiamo immaginare come tutto questo finisca per influire negativamente sulla famiglia in Europa.
Per evitare di decollare verso discorsi troppo astratti, facciamo degli esempi concreti. Quanto spesso si vedevano serie televisive con coppie omosessuali? Bisogna dire che il numero di personaggi omosessuali nei film e in TV è andato sempre aumentando negli ultimi anni (si pensi a serie come Un medico in famiglia, ad esempio). Come se in ogni nucleo familiare reale dovessero esserci delle coppie omosessuali... Tanto che non si può non pensare a quanto i registi e i produttori TV siano lontani dalla realtà. Eppure... Con questo vedere in continuazione certe scene e certe storie in TV, la società finisce per acquisire queste idee come normali, ovvero come socialmente accettabili. Di qui, il passo è breve per arrivare alla richiesta di protezione giuridica (si veda la proposta di legge Scalfarotto sull’omofobia ora in discussione al Parlamento), alla ricerca di speciali diritti giuridici (si vedano i progetti di legge in favore delle cosiddette unioni civili nel programma dell’attuale premier Renzi), fino ad arrivare alla rivendicazione dello status del matrimonio per le coppie dello stesso sesso (come già avviene in otto paesi dell’Unione europea). Ecco come gli attacchi di tipo culturale (un semplice cambiamento in una serie televisiva) avvelenano lentamente l’acqua per uccidere il pesce. Sì, perché in tutto questo, a dispetto dei reali e profondi desideri radicati in tanti giovani, il matrimonio diventa un ideale irraggiungibile, quasi d’altri tempi. E la famiglia, così come descritta nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è denigrata, non solo culturalmente, ma anche economicamente.
Gli attacchi giuridici, invece, sono forse più palesi, anche se i media tendono a presentarli come avanzate, salti in avanti, che la politica da sola non sarebbe mai capace di fare. È il caso ad esempio della recente decisione del Tribunale di Grosseto «di trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio» fra due uomini, italiani, celebrato con rito civile nel dicembre 2012 a New York. Come ha affermato Giuliano Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana, “i giudici non hanno voluto soltanto sostituirsi al legislatore, ma hanno persino ritenuto di poter modificare la lingua italiana piegandola alla logica delle proprie convinzioni” (11 aprile 2014). A febbraio, invece, a Strasburgo, 9 coppie omosessuali hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro lo Stato italiano, che non garantirebbe loro gli stessi diritti di coppie eterosessuali sposate. Sarà interessante vedere cosa risponderà questa Corte, che è la stessa preposta a vegliare sul rispetto e sull’interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la quale, come abbiamo visto, afferma chiaramente che il matrimonio è l’unione tra un uomo ed una donna. In ogni caso, gli attacchi giuridici rischiano di essere letali alla famiglia in Europa. In cerca di futuro, il nostro continente ha un bisogno urgente di uomini e donne che testimonino la bellezza del matrimonio.
Nicola Speranza


Relazione di coppia: matrimonio e famiglia desideri ancora attuali?

In una fase storica in cui la famiglia sta attraversando un difficile periodo di crisi, trovo molto importante dedicare spazi, momenti di incontro e di riflessione nei quali si parli in luce positiva della famiglia. Lavorando con i ragazzi ho riscontrato come questi abbiano spesso una visione limitata e negativa della relazione di coppia e del matrimonio, condizionati talvolta dalle esperienze vissute ma anche da modi di dire ormai entrati nel linguaggio comune come ad esempio: “amare è soffrire” o “il matrimonio è la tomba dell’amore”. Amare ed essere amato è invece un’esperienza così intima e profonda che non può che farci stare bene; è attraverso l’amore che possiamo sperimentare la gioia, che possiamo avere il senso di vivere una vita piena e felice. Nel parlare della famiglia trovo importante partire dalla coppia perché essa è il fulcro, il motore della famiglia, che non deve mai essere messa in secondo piano anche quando nascono figli; l’amore, l’affetto, la serenità che i bambini percepiscono nell’atmosfera familiare li aiutano a crescere più sani e sereni.
Come si sceglie il partner giusto? Diversi studi hanno mostrato come si tenda a scegliere come partner chi possiede caratteristiche che apprezziamo dell’altro ma che non possediamo o che possediamo poco. È molto probabile che in una relazione che funziona noi stessi acquisiremo quelle caratteristiche, sia perché l’altro ci fa da modello sia perché, essendo amati e stimati per ciò che siamo, accresciamo la nostra autostima e la capacità di cambiamento. Cambiamento è una delle parole chiave della relazione. La coppia non è qualcosa di statico, ma di dinamico, è un processo di continua evoluzione e crescita. Alcuni studiosi hanno paragonato le fasi della coppia a quelle della relazione tra madre e neonato: 1) fase simbiotica: è la fase dell’innamoramento, dove si cercano le affinità, si svalutano le differenze e i limiti dell’altro. Scopo è l’attaccamento; 2) differenziazione: emergono le differenze, si ha una visione dell’altro più obiettiva, si definiscono confini, regole e aree di responsabilità. Scopo è affermare l’Io; 3) sperimentazione: si investono energie in attività e relazioni al di fuori della coppia, possono intensificarsi i conflitti. Scopo è sviluppare la capacità di affrontare la frustrazione e confrontarsi in modo sano; 4) riavvicinamento: si ricerca conferma e rassicurazione dall’altro. Scopo è ottenere conferma e sostegno all’autonomia; 5) costanza dell’oggetto: ideale e reale si uniscono, c’è interdipendenza. Scopo è integrare gli aspetti positivi e negativi di sé e dell’altro, è la prima reale intimità.
Spesso le difficoltà nascono quando i partner si trovano in fasi differenti, per cui insorgono conflitti ed incomprensioni; assume quindi grande rilevanza una comunicazione chiara e diretta in cui si esprimono i propri desideri, i propri bisogni ed anche le proprie difficoltà. Spesso ci si attende che l’altro capisca, ma nessuno è dotato del potere di leggere la mente e ciò, senza una comunicazione chiara, può portare a costruirsi fantasie negative sull’altro, sulla relazione, talvolta fino ad arrivare  ad un muro di incomunicabilità. Spesso nel mio lavoro ho riscontrato come ci sia una difficoltà anche nel dirsi gli aspetti che ci piacciono dell’altro, della relazione, nel rivelare e condividere con il partner e talvolta anche con i figli i propri sentimenti positivi. Ciò che va bene lo si dà per scontato, è invece importante imparare a comunicarlo direttamente.
Altra caratteristica della relazione di coppia è il progettare, elemento cha la distingue da una relazione di amicizia, caratterizzata principalmente dal condividere. Alla luce di questo il matrimonio assume un grande valore nella relazione: è al tempo stesso punto di arrivo del periodo di fidanzamento e punto di inizio di un progetto condiviso che scegliamo di portare avanti per la vita. Talvolta i ragazzi fanno fatica ad impegnarsi in progetti grandi ed importanti perché bloccati dalla paura dell’incertezza, che a volte li limita anche nell’inseguire i propri sogni. Avere dei sogni è importante, ci dà la direzione su come muoverci nella vita. Un atteggiamento di fiducia in sé, nell’altro, nella Provvidenza, per il cristiano, di speranza verso il futuro, unito ad una capacità di flessibilità rispetto agli imprevisti che la vita può riservarci, ci sostiene nell’impegnarci per la realizzazione dei nostri sogni. I grandi progetti, come quello di costruire una famiglia, richiedono fatica, rinunce e sacrifici, aspetti che talvolta spaventano i giovani, ma nella relazione d’amore possiamo sperimentare che la rinuncia non ha sempre un’accezione negativa, ma è una scelta consapevole che facciamo per la costruzione di un bene più grande in cui ci sentiamo felici.
La famiglia per realizzarsi in modo pieno non può chiudersi in se stessa, è necessario che si apra agli altri sia nel mantenere e coltivare relazioni, sia nell’impegnarsi nella vita sociale.
Vivere in una famiglia nella quale si sperimenta il senso di accoglienza, di ascolto e di rispetto per la persona, si condividono momenti gioiosi, c’è libertà e chiarezza nella comunicazione, si valorizzano le risorse, si imparano a riconoscere limiti, a chiedere scusa quando si sbaglia, a chiedere aiuto quando se ne sente il bisogno, ci si apre all’ambiente esterno contribuendo in modo significativo a crescere figli fiduciosi in sé e nell’altro, sani e felici. La felicità è una condizione dell’essere, ciò significa che anche quando i figli incontreranno difficoltà, come la vita naturalmente riserva, avranno le risorse e gli strumenti per poterle affrontare. Saranno a loro volta capaci di impegnarsi nella vita affettiva, sociale, lavorativa, diventando così costruttori di storia.
Dott.ssa Elena Pazzaglia

Psicologa esperta in dinamiche familiari e psicoterapeuta

sabato 10 maggio 2014

Si può ancora dire “famiglia”?

Questa, reputo sia la domanda essenziale a cui rispondere, prima ancora di quella sul perché sia essenziale e fondamentale la famiglia oggi, più che in ogni altro tempo.
Viviamo in effetti, in un vero tempo di prova e quindi, di grazia. Un tempo in cui nemmeno il concetto di famiglia può dirsi scontato. Tanto che oramai si suole parlare di “famiglie”, non già in quanto ci si rivolga al plurale ad un gruppo di famiglie, quanto perché a livello di concezione, si pretende e si forza che possano esistere famiglie “normali” (ormai in disuso), famiglie di fatto (nella giurisprudenza dei tribunali è già un concetto assimilato da decenni), famiglie monogenitoriali, famiglie allargate (a seguito di divorzi, separazioni, nuovi matrimoni o unioni), per poi aprire un capitolo specifico sulle famiglie omosessuali con ogni possibile variante di specie e (soprattutto) “genere”.
Davvero ritengo che un ragazzo ed una ragazza che scelgano di sposarsi e di pronunciare un “sì definitivo”, tanto più se in Chiesa, siano oggi giorno personaggi epici, segno di tempi passati.
Nulla è infatti più scontato in un periodo in cui la famiglia sta subendo uno dei più feroci e diabolici attacchi che abbia mai conosciuto in millenni di storia dell’uomo.

Cos’è la famiglia? Dal punto di vista giuridico – costituzionale è l’unione stabile fra un uomo e una donna fondata sul matrimonio. Vero, nell’art. 29 della Costituzione non si parla espressamente di uomo – donna. Tuttavia la Costituzione fu concepita nel 1948 quando questo era l’unico tipo di unione praticato ed in cui il 98 per cento dei matrimoni era civile e canonico. Inoltre, il fatto che il matrimonio si fondi sull’”uguaglianza morale e materiale tra i coniugi”, implica che vi sia una diversità biologica di fondo (maschio/femmina) riconosciuta dal legislatore costituente e che necessiti di un bilanciamento, ergo, l’affermazione di un’uguaglianza sul piano del trattamento giuridico. Altrimenti la specificazione non sarebbe occorsa.
La famiglia è concepita in primis come un incontro tra due “io” che si uniscono in matrimonio divenendo unica carne. Da questo amore si genera vita. Si crea una fitta tela di rapporti importantissimi e delicatissimi. L’uomo. La donna. I figli, quanti più figli. Poi ci sono altri “soggetti” da curare e generare all’interno della famiglia, che definirò “rapporti”: il rapporto tra l’uomo e la donna. Il rapporto tra l’uomo ed ogni singolo figlio, inteso quale soggetto unico ed irripetibile. Il rapporto tra la donna ed ogni singolo figlio. Il rapporto tra ogni singolo figlio ed ogni singolo suo fratello o sorella. Il rapporto dell’uomo che guarda, osserva, impara, dal rapporto tra la femminilità della propria sposa ed i figli e tra i figli. Ed il rapporto della donna che assapora l’autorità e la mascolinità dell’uomo con ogni figlio e dei figli tra loro. Il rapporto dei figli, che osservano i genitori: li guardano amarsi, anche nella disperazione, anche nel litigio, e poi in quel continuo ricercarsi, riconciliarsi, inseguire il loro desiderio e la loro aspirazione Divina.
Questa è la famiglia, quanto di più Sacro esista, seconda solamente a Dio, al Cristo vivente, fatta anzi a sua immagine sponsale.
In questo territorio Sacro, nessuno, ripeto nessuno (tanto meno lo “Stato”) dovrebbe minimamente penetrare, se non in un solo modo: sostenendola, incentivandola e … pagando. Pagando, erogando somme, fondi, assegni per coloro che si cimentano in questa impresa finalizzata a portare l’immagine del Divino e dell’Eterno su questa terra. Sostenendola cioè, nella sua piena libertà e soprattutto nella sua potestà educativa.
Sappiamo che non è così. Sappiamo che tutto oggi, mina alla Sacralità della famiglia e vi è chi entra pesantemente in questa delicata trama di rapporti, letteralmente “sfasciandola”. E se di famiglie non se ne formano quasi più (sette, otto coppie su dieci ormai optano per la convivenza, giocando quindi “di rimessa”, donandosi il figlio quale completamento del gioiello di “amore” autogeneratosi, sino alla inevitabile crisi di rigetto), dicevo se di famiglie non se ne formano il motivo è da ricercarsi nel fatto che tutta la cultura lobbista, massonica, illuminista, liberista, marxista, femminista radicale da quasi un secolo ha lavorato al precipuo ed univoco scopo di destrutturarla e di decostruire l’antropologia umana e vi sta riuscendo. D’altronde, “divide et impera” è una tecnica socio politica sempre attuale. Più l’uomo è solo, instabile, apparentemente “libero ed autonomo” specie davanti alle scelte più difficili e determinanti per la sua vita, più è facile soggiogarlo. Lo sapevano bene gli stati dell’ex Unione Sovietica, che non a caso, posero le prime basi della legislazione “antifamiliare”: il codice civile sovietico del 1919 escludeva il carattere religioso del matrimonio; il codice sovietico della famiglia del 1926 riconosceva le unioni civili: la cultura doveva essere funzionalista: sgravare gli uomini e le donne dagli “impegni” della famiglia per soggiogarli agli “impegni” del lavoro e della rivoluzione Marxista.
Se anche solo cinque sei anni fa, avessi affermato che prima o poi si sarebbe promossa la pedofilia incestuosa tra genitori e figli ove i primi vengono incentivati ad accarezzare i secondi sin dalla tenera età di 4 – 5 anni e viceversa, procurandosi “piacere vicendevole”, sarei stato tacciato di pazzia e forse, anche ora che lo dico. Tuttavia, a cavallo del 2000 e sino al 2007 il BZgA (Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung, ossia il Centro Federale per l’Educazione alla Salute tedesco) elaborava in Germania del libretti inneggianti a siffatte pratiche. Libretti poi, per fortuna, ritirati. Per la cronaca, e per comprendere come certi spettri ritornino più facilmente e velocemente di quanto ci si aspetti, il BZgA è il medesimo artefice dei famigerati "Standard per l'Educazione sessuale in Europa" elaborati in seno all'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Oms (organizzazione mondiale per la salute). Sono quelli secondo cui i bambini andrebbero indottrinati alla masturbazione precoce dai 0 ai 4 anni e alla contraccezione, aborto e altre pratiche simili dai 4 ai 12.
Ai signori del BZgA e dell’Oms si è accodata l'Unar (ente Italiano istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) come un cagnolino elaborando i famigerati opuscoli tesi ad istituzionalizzare nelle scuole gli standard educativi basati su sesso (rectius, pornografia) gender theory e altre amenità simili.

Se questo accade, in Europa e dintorni dilagando anche in Italia, cosa sta accadendo oggi al nostro bel Paese?
Il giorno 9 aprile 2014 è stato ridefinito da più testate giornalistiche il “mercoledì nero” della famiglia e della vita (riporto alcuni spunti, in parte tratti da un articolo di “Alfredo Mantovano” su “La Nuova Bussola Quotidiana on line” del 10 aprile 2014 molto evocativi per comprendere a quale genere di attacco sia sottoposta la famiglia oggi, in Italia).
1.      Camera dei deputati. In Commissione Giustizia erano discussi, fra gli altri, due provvedimenti: a. la conversione del decreto-legge sulla droga, reso necessario dalla sentenza della Corte costituzionale che ha reintrodotto la distinzione fra droghe “leggere” e “pesanti”; b. un insieme di proposte di legge che puntano a restringere ulteriormente il tempo necessario per chiedere una sentenza di divorzio.
2.      Senato della Repubblica. In Commissione Giustizia si segnalano due provvedimenti: il disegno di legge, già approvato alla Camera, sull’omofobia, e quello sulle unioni civili, che ha accorpato le proposte sul matrimonio fra persone dello stesso sesso. Anch’essi hanno ripreso a marciare spediti: il primo, che vede il governo rappresentato dal sottosegretario Scalfarotto – mai era accaduto nella prassi parlamentare che il presentatore di una proposta di legge dapprima ne fosse relatore in un ramo del Parlamento e poi esprimesse di esso il parere dell’esecutivo nell’altro ramo –, con la bocciatura degli emendamenti di buon senso presentati da senatori di esperienza come Giovanardi, Bianconi e Malan, e con la possibile approvazione di emendamenti peggiorativi presentati da esponenti di Pd, Sel e M5S; il secondo, col deposito di un testo-base prossimo quanto a impostazione alla civil partnership: per avere un’idea della equiparazione sostanziale che tale testo opera con il matrimonio, basta pensare che ammette la disposizione di una quota corrispondente alla legittima nella successione ereditaria e, a determinate condizioni, la pensione di reversibilità.
3.      Corte Costituzionale. Proseguendo nell'mater semper certa est” è l’unico oggettivamente riconosciuto come certo)? Eppure, siamo di fronte al primo caso tipico (tutto Italiano, dove per giunta, e per fortuna, ancora una legge in merito manca) di “utero in affitto di fatto”. Davvero, parrebbe potersi affermare che si è giunti alle “comiche” se non fossimo innanzi a veri e propri drammi esistenziali e antropologici, i cui risvolti, li vedremo prestissimo, o al più tardi, non appena avremo generazioni intere di ventenni nati e cresciuti senza una origine. Vi saranno nel mondo “fratelli germani” (di stesso padre) o “uterini” di stessa madre che si conteranno a decine in quanto nati da donazioni spermatiche o di ovociti (ci sono già casi, documentati, di persone che sono divenuti padri per dono di gameti ben novanta – cento volte!). Fratelli che un domani, potrebbero inconsciamente incontrarsi, innamorarsi e generare altri figli (o feti malformati da abortire, per le possibili anomalie cromosomiche a cui andrebbero incontro i figli di due fratelli che si congiungano).
opera di demolizione della legge 40 in materia di procreazione assistita, la Consulta abbatte un altro paletto fondante, ossia il divieto di fecondazione eterologa. D’ora innanzi, oltre a potere crioconservare e selezionare eugeneticamente gli embrioni, i nuovi Dei – scienziati potranno anche utilizzare “gameti” esterni alla coppia, per produrre embrioni. Cosicché, se Tizio e Caia sono coniugati o conviventi, ma Tizio non produce spermatozoi, potrà provvedere il terzo estraneo Mevio a fornirli e così creare un essere umano, il cui padre biologico non è Tizio ossia il marito di Caia, ma un altro soggetto. Una grande conquista, secondo alcuni. Tutto bene, potrebbero dire i più ostili di “comprendonio”, sino a che non si verifica un caso come quello dell’ospedale Pertini in cui ad una mamma sono stati impiantati per sbaglio, embrioni di un’altra mamma. Quindi, Tizia, porta in grembo il figlio di Caia. O no? Perché (pare) secondo la legge 40/2004 il figlio è figlio di chi porta avanti ed a termine la gravidanza. Ma questo, anche se l’impianto embrionale è frutto di errore? E quindi chi è davvero madre? Davvero si può chiudere la porta in faccia alla madre biologica, rispetto a quella gestante, la quale, addirittura, potrebbe avere il diritto di invocare la famigerata legge 194 (aborto) in caso di rilievo di piccole malformazioni al feto? Davvero la madre biologica, non avrebbe alcuna voce in capitolo? E il padre (che pure in tal caso, e per la prima volta, in contrasto con il noto brocardo “
Di fronte a questo panorama, un giovane guarda, osserva e si chiede: perché dovrei sposarmi e assumermi un impegno verso una società che (da sposato) non mi sostiene e (da genitore) non mi consente di educare liberamente i miei figli?
Non voglio dare una risposta a questa domanda, vorrei che essa rimanesse aperta e divenisse spunto di profonda riflessione per chi leggerà questo modesto, forse triste articolo, ma scritto da un marito e genitore che non si vuole arrendere e vuole continuare a testimoniare la bellezza della verità e lo splendore di quel “Centuplo” che Cristo ci sta già regalando, pur nel mezzo di questo mare in tempesta: non siamo soli, siamo nati siamo stati amati dal primo istante e non moriremo mai più.

Avv. Filippo Martini
(Giuristi per la Vita – Imola)

lunedì 5 maggio 2014

VITA: NO LIMITS!


Live streaming video by Ustream Interverranno:

Dott. Giuseppe NOIA

Professore Associato di Medicina dell'età Prenatale presso la facoltà di Medicina e Chirurgia "A.Gemelli"-Università Cattolica del Sacro Cuore

Prof. Alberto ZANIBONI
Autore del libro "Cara Cristina..."

Modera:

Prof. Flavio VETRANO
Ordinario di Fisica presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"


Per gli studenti di Scienze Motorie è prevista l'attribuzione di 0.50 CFU

domenica 20 aprile 2014

Il Signore è risorto! È veramente risorto! Alleluia.

"La Resurrezione" - Giotto
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
                                                                               
                                   (Salmo 117)


Messaggio Urbi et Orbi Papa Francesco - Pasqua 2014
                                

Un augurio di Santa e Serena Pasqua 
Federica, Andrea, Irene, Alberto, Maddalena d. Daniele, p. Andrea

lunedì 17 marzo 2014

Ritiro di Quaresima 14-15-16 marzo 2014

"C'è il segreto della libertà, quella vera, batte dentro di te. 
E' come risvegliarsi un mattino con il sole, dopo un lungo inverno. 
Nel soffrire mio Signore ho incontrato te Dio Amore.

Voglio ringraziarti Signore per la vita che mi hai ridonato. 
So che sei nell'amore degli amici che ora ho incontrato. 
Nel soffrire mio Signore ho incontrato te Dio Amore. 
Nel perdono nel gioire, ho capito che sei Luce per me.

Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia di vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.

...e con le lacrime agli occhi e le mani alzate verso Te Gesù
Con la speranza nel cuore e la tua luce in me paura non ho più..."